1° Settembre 2008
(da "La Valsusa" del 04/09/2008)
Lunedì 1° settembre ha coinciso con un importante anniversario per la storia della Valle di Susa. Infatti esattamente 650 anni orsono, Bonifacio Rotario collocò sulla vetta del Rocciamelone, in una grotta scavata nella viva roccia, un trittico in bronzo fatto realizzare nelle Fiandre. La testimonianza fedele di quella straordinaria impresa per l'epoca in cui fu compiuta, deriva dall'iscrizione incisa sulla base del trittico, che testualmente recita: ""Hic me aportavit
Bonefacius Rotarius, Civis Astensis, in honorem Domini Nostri Jesu Christi et Beate Marie Virginis. Anno domini MCCCLVIII die I september".
L'icona bronzea, anticamente dorata, è definita trittico poichè si presenta tricuspidata e si compone di tre parti. La tavola centrale raffigura la Vergine Maria seduta su un ampio trono in atto di sostenere il bambino Gesù; questi volge lo sguardo verso la madre e le accarezza il mento con la mano destra nel mentre con la sinistra regge una sfera che simboleggia il mondo. Nell'anta di destra è raffigurato S. Giovanni Battista nell'atto di presentare alla Madonna Bonifacio Rotario in ginocchio. Sull'anta di sinistra si vede S. Giorgio a cavallo che con una lunga lancia trafigge un drago infernale. Secondo la tradizione più consolidata, le motivazioni che indussero il nobile astigiano a commissionare l'opera d'arte e depositarla sulla vetta del Rocciamenlone che per lungo tempo verrà ritenuta la più elevata delle Alpi, sono le seguenti: Bonifacio Rotario dopo essere partito con l'intento di liberare il Santo Sepolcro in Terra Santa, rimase prigioniero dei Turchi e durante la sua reclusione fece voto che se avesse riguadagnato la libertà, avrebbe portato sulla montagna più alta delle Alpi, un'effige dedicata alla Vergine. Tornato in patria sano e salvo, ha adempiuto al suo voto, compiendo la prima importante conquista della montagna ed al tempo stesso una esaltante ed ardita impresa alpinistica di cui si abbia notizia certa. A seguito di quello storico avvenimento, nacque un'intensa devozione nei confronti del culto della Madonna praticato sulla cima della montagna da un afflusso di pellegrini sempre più numeroso. Proprio in occasione di un pellegrinaggio tenutosi il 5 Agosto 1673, si concluse la secolare permanenza dell'opera di arte sacra sulla cima del monte, allorchè un certo Giacomo Gagnor, denominato il matto di Novaretto, sottrasse dalla vetta il trittico e lo portò al Castello di Rivoli affinchè potesse essere ammirato dai duchi di Savoia e dalla loro corte. Dopo questa vicenda la preziosa immagine venne riportata a Susa e collocata all'interno della Chiesa di S. Paolo, dove il Duca Carlo Emanuele II aveva stabilito venisse conservata. Ivi rimase fino alla soppressione dell'edificio di culto e successivamente conservata nella cattedrale di S. Giusto. Ciò nonostante ancora per circa un secolo rimase viva la tradizione di riportare ogni anno il trittico nella sua collocazione originaria dove dal 5 al 25 Agosto veniva venerato da una gran folla di pellegrini, fintantochè la gerarchia ecclesiastica del tempo ritenne inopportuno che un'immagine così amata fosse posta in un luogo difficilmente accessibile. Seguirono poi alterne vicende durante le quali la preziosa immagine venne portata il 5 agosto presso la Cappella di Cà d'Asti, dove si celebrava una solenne funzione, al termine della quale essa veniva riposta nella Cattedrale di S. Giusto. Ai tempi nostri l'icona di fede che ha trovato definitiva collocazione presso il Museo Diocesano, viene venerata durante la processione che si svolge il 5 Agosto dal Santuario Mariano di Mompantero alla Cattedrale di Susa.
Ma proprio il 1° settembre di quest'anno (2008) in cui ricorre il 650° anniversario dell'ascensione di Bonifacio il quale si cimentò in un'epica impresa alpinistica e di fede che le fonti storiche ci hanno tramandato, la sezione del CAI di Susa ha voluto ricordare solennemente l'avvenimento storico. Il tale giorno ha organizzato un'ascensione portando sulla vetta copia del trittico che era stata ufficialmente data in consegna al presidente Allemano dal parroco della Cattedrale, durante la messa celebrata domenica 31 Agosto, prima della partenza degli alpinisti. Sulla vetta è stata celebrata una S. Messa da S.E. Mons. Renato Boccardo originario di S.Ambrogio di Susa, vescovo della diocesi di Acquapendente, che durante l'omelia ha illustrato con dovizia di particolari le immagini riportate sul trittico ed il loro significato simbolico. La funzione religiosa alla quale erano presenti circa 200 alpinisti devoti, tra i quali il Vice Presidente Regionale del CAI, il Presidente del CAI di Asti e numerosi soci CAI delle vallate contermini a quella di Susa, è stata concelebrata dai Rev. Parroci di Chiomonte e Sant'Antonino, don Popolla e don Blandino. Quasi al termine della messa, un'improvvisa, fitta nevicata ricopriva la Madonna e la vetta di un bianco, soffice mantello e il pensiero andava alla "nevicata" del 5 agosto 358 a Roma, sull'Esquilino, che indusse papa Liberio a costruire la Basilica di S.Maria Maggiore. E così la messa finiva sotto quel "manto".
Successivamente è stata inaugurata la nuova tavola di orientamento in materiale lapideo, realizzata su iniziativa della Sezione del CAI di Susa, Ditta Cavezzale di Villarfocchiardo su disegno dell'architetto Fabrizio Regazzoni. Il brillante esito della manifestazione è in buona parte attribuibile alla preziosa collaborazione fornita dalla Sezione di Susa del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, alla squadra A.I.B., all'infaticabile Fulgido Tabone gestore del rifugio Cà d'Asti nonchè factotum della cappella Rifugio sulla vetta ed al parroco di S. Giusto don Ettore De Faveri, ai quali rivolgiamo il più sentito ringraziamento. I festeggiamenti si sono poi conclusi presso il Rifugio "La Riposa" ove circa 120 commensali hanno potuto consumare un lauto pranzo, al termine del quale in serena armonia, numerosi bravi coristi si sono esibiti in canti di montagna.
Roberto Follis.