Giugno 2011
50 soci del CAI di Susa alla conquista di Pantelleria!
Pantelleria, “la figlia del vento”, così conosciuta nel mondo arabo,è stata la meta ed il piacevole soggiorno per una settimana verde di 50 soci del CAI di Susa.
Situata al centro del Mediterraneo, a circa 67 Km dalla costa tunisina ed 85 Km dalla costa siciliana, posta da sentinella fra due continenti, l’isola costituisce la parte emersa di un grande edificio vulcanico, creatosi da diverse manifestazioni eruttive, succedutesi nel tempo e frappostesi fra di loro le cui prime esplosioni risalirebbero a circa 500.000 anni fa.
Pantelleria, con la sua superficie di 83 Kmq, un perimetro di 51,5 Km , gli 836 m di altezza del suo maggiore picco “Montagna Grande”, una larghezza di 8 Km e una lunghezza di 13,7 Km , costituisce la più grande tra le isole circumsiciliane e la quinta italiana dopo Sicilia, Sardegna, Isole d’Elba e Isola di S. Antioco.
Gli abitanti,circa 8.000, sono distribuiti in diverse contrade, hanno comportamenti sociali e modi di abitare e produrre altamente influenzati dalla insularità e dalla relativa lontananza dalla terra ferma.
Una forte presenza di rumeni (circa 4.000) garantisce l’attività nei settori del terziario, dell’edilizia e dell’agricoltura.
Arrivando dall’aeroporto il primo approccio con il porto e con il centro abitato di Pantelleria è stato deludente.
Ricostruito dopo i giorni di bombardamenti della seconda guerra mondiale (assedio per 35 giorni con ca 17 tonnellate di bombe), il capoluogo non riesce a rappresentare appieno l’armonia delle classiche costruzioni pantesche, perché non è stato rispettato l’antico stile dei palazzi distrutti.
Inoltre aree verdi inesistenti, zone periferiche degradate, rifiuti ovunque e attività turistiche e commerciali non presentano il tipico appeal per i turisti.
L’unica attrattiva (anche se chiuso) è costituita dal castello “Barbacane”, opera complessa realizzata da varie mani ed in momenti diversi. I primi padri furono i Bizantini e la prima “edizione” dell’edificio risale al 540, mentre i Normanni, giunti a Pantelleria intorno al 1123, sfabbricarono in buona parte il vecchio castello e lo riedificarono in base alle nuove tecniche di fortificazione.
Un elegante ed ospitale Hotel Villaggio Suvaki ci ha accolto con la sua struttura imponente, in un ambiente accogliente e con camere e ristorante vista mare, una piscina di mq 250 ca, una cucina di tutto rispetto con piatti panteschi e mediterranei e ancora…trattenimenti musicali serali e corsi di acqua gym.
La settimana trekking, organizzata dall’agenzia EoliEolie di Lipari, è stata caratterizzata da itinerari a piedi su percorsi circolari che hanno permesso di visitare ed apprezzare le bellezze naturali dell’Isola, con l’ausilio tecnico e didattico della giovane guida Giuseppe, laureando in geologia, che già avevamo avuto la fortuna di incontrare nella nostra precedente visita alle isole Eolie.
Per entrare nella giusta atmosfera di Pantelleria e scoprire i segreti più affascinanti della costa e,ancor più, dell’interno e della campagna, sono state fondamentali le cinque giornate di trekking , con lunghezze in Km da 8 a 17, con tempi di percorrenza da 4 a 6 ore, con dislivelli in salita da 350 a 650 metri e quote massime raggiunte da 350 a 840 metri .
Nel nostro girovagare abbiamo ridato vita ed importanza a vecchi sentieri, un tempo utilizzati dai panteschi per i loro spostamenti all’interno dell’isola, attraversando boschi di pino marittimo, lecceti e macchia mediterranea e scoprendo così un importante ambiente paesaggistico naturale che completa in maniera armoniosa e simbiotica la bellezza dell’ambiente architettonico e agricolo pantesco, offrendo i suoi incontaminati paesaggi naturali, la bellezza delle sue contrade, tra dammusi e terrazzamenti coltivati a uva Zibibbo, capperi e ulivi.
Di particolare suggestione sono stati: il lago “Specchio di Venere”, dalla forma leggermente ovale, le cui acque sono riscaldate da un fenomeno termale; le “Camere” in località Ghirlanda; le tombe bizantine nel boschetto di Gibbiuna; la Montagna Grande, alta 836 metri , con la visita alla famosa “grotta dei briganti”.
Abbiamo goduto stupendi panorami con vista sul cratere di monte Gibele e visitato la “cuddia di Mida”, nel cui cratere, ricco di vapori caldi,crescono indisturbati moltissimi pini.
Non è stato possibile andare via da Pantelleria senza aver fatto il giro dell’isola in barca.
Dedicando un’intera giornata, abbiamo così ammirato le stupende coste, le acque delle grotte marine, i Faraglioni, l’Arco denominato “dell’elefante” per via della sua singolare forma, le baie dalle acque trasparenti ,le coste del Bue Marino nonché il “Laghetto delle Ondine”, caratteristico bacino di acqua salata che, durante le mareggiate, sale infrangendosi sulla scogliera.
I momenti e le immagini più suggestivi sono stati immortalati dal nostro valente cameraman Jean- Claude Sambain.
Il CAI, nella persona del suo Presidente Emilio Reynaud, ringrazia tutti i partecipanti per l’affiatamento e la disciplina dimostrati durante l’intero soggiorno.
Eligio Alasonatti