Dal 26 Aprile al 5 Maggio 2013
Le foto della settimana in SARDEGNA.
Sardegna, quasi per tutti, significa mare.
E' questa una curiosa alterazione dell'antica cultura isolana,che non è mai stata veramente marinara.
Gente di montagna-ci dice uno sguardo più attento-attaccata alla pietra ed agli aridi pascoli dell'entroterra.
I 54 soci della Sezione del CAI di Susa, capitanati dal suo presidente Emilio Reynaud, si sono quest'anno ritagliati una parentesi per affacciarsi su un territorio dalle caratteristiche morfologiche molto particolari,dove le elevazioni,anche le maggiori,sono di modesta entità, ma la durezza dei luoghi e la vastità degli spazi ci hanno fatto sentire di nuovo a casa,come nelle più selvagge valli a cui siamo abituati.
E' una montagna che parte direttamente dal mare con balzi rocciosi simili a pareti dolomitiche - lo si è visto percorrendo i trekking molto avventurosi da Stintino a Montresta, da Capo Caccia a Capo Marrangiu, passando per Olzai, per poi spostarsi sul sistema di altopiani del Supramonte di Oliena-Dorgali, e risalire infine tra gli scisti del Gennargentu, dove tutto culmina ai 1834 metri di Punta La Marmora.
Come base ideale è stata scelta la città di Bosa: una città sul fondo valle,poco distante dalle acque cristalline del mare, dominata dal castello dei Malaspina intorno al quale si stringono le alte case del borgo medievale che scendono fino alla sponda del fiume Temo.
L'origine risale all'età romana quando Bosa "Vetus" sorgeva presso l'attuale chiesa di S. Pietro. La nuova città andò formandosi dopo la costruzione, nel 1112, del "Castello Malaspina" fortezza militare ancora oggi visitabile da cui si gode una suggestiva veduta sulla vallata.
Il centro medievale,uno dei centri storici più grandi della Sardegna, è caratterizzato da un intreccio di vicoli, portici e slarghi, dove si trovano le suggestive cantine per gustare la profumata Malvasia di Bosa D.O.C., un vino dal ricco sapore e dal colore ambrato.
Qui dunque è iniziato il nostro viaggio nel cuore di pietra dell'isola.
D'altronde i sardi usano mettersi una piccola pietra in tasca al posto di fare il nodo al fazzoletto: "sa pedra de s'arregordu", si dice, ovvero " è la pietra che ti aiuterà a non dimenticare".
Organizzata dal noi nostri amici soci del CAI Sassari e Nuoro, la settimana di trekking, con lunghezze in Km da 9 a 15, con tempi di percorrenza da 5 a 6 ore, con dislivelli in salita da 350 a 650 metri, è stata caratterizzata da itinerari a piedi su percorsi circolari che hanno permesso di visitare ed apprezzare le bellezze naturali dell'Isola e scoprire i segreti più affascinanti della costa e dell'interno della campagna.
Nel nostro girovagare abbiamo ridato vita ed importanza a vecchi sentieri, un tempo utilizzati dagli isolani per i loro spostamenti tra spiagge magnifiche e solitarie scogliere,le cui rupi precipitano in mare con ripidi salti ed all'interno dell'isola, attraversando boschi di sughera e pino marittimo, lecceti e macchia mediterranea e immensi prati ricoperti di asfodeli.
L'avventura è iniziata, subito dopo lo sbarco, a Stintino, partendo dalla spiaggia di Coscia di Donna e percorrendo le magnifiche scogliere con vista sullo sfondo dell'isola dei Porri e oltre il Capo Manno dell'Argentiera.
Il giorno successivo siamo stati a Montresta, paese la cui costituzione risale al 1750 con l'insediamento di 52 famiglie di greci cattolici,provenienti dalla Corsica, ubicato su un pendio delimitato da bassi picchi, da boschi di sughera e da macchia mediterranea.
Presumo che tutti conoscano, almeno di fama, Capo Caccia, terza tappa: importante promontorio di roccia calcarea, situato nell'estremità nord-occidentale della Sardegna, che si affaccia sulla rada di Alghero, stazione metereologica e dotato di un faro visibile a lunga distanza.
Capo Marrargiu, quarta tappa, è un promontorio posto lungo la costa,fra Bosa ed Alghero, nella cosiddetta costa dei Grifoni, già noto in tempi antichi col nome di Ermaeum akron (altura di Mercurio). La riserva naturalistica di Marrargiu riveste particolare importanza per le specie protette come il geranio corso ed il limonium bosanum nonché per l'avvoltoio grifone ed altri uccelli di specie ormai rare, come l'aquila reale, che nidificano nelle grotte erosive.
Ad Olzai, quinta tappa, abbiamo avuto la gioia di visitare un paese fuori dai "giri turistici", territorialmente coinvolto nel Parco del Gennargentu.
Dopo un' escursione nel territorio, attraverso foreste e campi fioriti, siamo stati ospitati presso l'azienda ERKILES ( web www.erkiles.it) , gustando prodotti di nicchia in particolare dei formaggi ovini e canestrai dal gusto inimitabile.
Ospitati dal Sindaco nonché Assessore Provinciale di Nuoro, Antonio Ladu, l'itinerario è proseguito con la visita guidata del mulino ad acqua recentemente ristrutturato in modo mirabile, del Museo e Pinacoteca del pittore Carmelo Floris nonché della storica chiesa di Santa Barbara.
All'interno del paese è inoltre notevole l'opera di canalizzazione del piccolo fiume che, dopo l'alluvione, fu incanalato in un letto lastricato in pietra.
Gli interventi sono stati realizzati grazie alla saggia e lungimirante politica del Sindaco Ladu, al quale va il nostro plauso.
L'avventura del sesto giorno è stata la scoperta del Supramonte di Oliena-Dorgali, vasto altipiano di bianco calcareo dolomitico, nella più estesa area disabitata e selvaggia della Sardegna, costituita da successioni di alture che cadono nei solchi profondi dei torrenti che spesso scorrono sotterranei,come grotte, doline e campi solcati.
Il nostro itinerario ha permesso di conoscere alcuni antichi ovili "cuiles" , recentemente restaurati da comitati di volontari, i quali racchiudevano la vita del pastore.
La settimana escursionistica non poteva terminare senza toccare punta "La Marmora",la vetta più elevata della Sardegna, nel massiccio del Gennargentu, che in dialetto sardo significa "porta del vento" a cavallo tra Ogliastra e Barbagia. Il suo aspetto appennnico , con alture arrotondate e profili dolci, annovera estesi pascoli con boschi di lecci, rovelle, tassi con alcuni esemplari secolari.
Sulla strada di ritorno una visita culturale ai "Nuraghe Santu Antime" di Torralba (SS) e alla Basilica della Santissima Trinità di Saccargia (SS) prima dell'imbarco a Porto Torres.
I momenti e le immagini più suggestivi sono stati immortalati dal nostro valente cameraman Jean- Claude Sambain.
Il CAI, nella persona del suo Presidente Emilio Reynaud, ringrazia tutti gli amici del CAI Sassari e CAI Nuoro, in particolare Franco, Mario, Salvatore, Natalino e Gian Luca per la loro disponibilità e amicizia nonché tutti i partecipanti alla settimana verde per l'affiatamento dimostrato durante l'intero soggiorno.
Eligio Alasonatti